Nazionale

Djokovic, anche i numeri uno piangono

Ha vinto di tutto, di più. Sul suo conto in banca sono piovuti in questi anni milioni di dollari, anche se lui ne ha girati diversi un beneficenza. La sua vita vive una spola permanente aerei-alberghi-campi in forma rettangolare. Che cosa volete che sia una partita persa per un tipo del genere? La domanda ha una risposta non scontata. Novak Djokovic, serbo, numero uno al mondo nel tennis, tifoso del Milan, la lingua italiana parlata perfettamente, temeva le Olimpiadi, voleva vincerle, voleva portare a casa sua questo trofeo che dentro il cuore può valere quanto un torneo del Grande Slam, Wimbledon o Roland Garros, o pure di più...

Ne abbiamo avuto la dimostrazione a Rio. Un gigante del suo sport che piange. Un pianto grande, che non riesce a fermarsi tanto facilmente quando Nole, questo è il suo soprannome, finisce sconfitto dall'argentino Del Potro. Anche qui è come se l'Olimpiade andasse per conto suo. Djokovic non fa che vincere o quasi. Del Potro, invece, è ruzzolato lontano dai primi, non è fra i 100 migliori giocatori del mondo. E invece eccolo firmare un torneo olimpico da applausi. Dopo Djokovic avanza, si fermerà soltanto davanti a Murray, medaglia d'oro. Ma piangerà pure lui, prima proprio con Djokovic, nell'abbraccio di fine partita, poi a Tandil, in Argentina, a casa, dove è accolto come un eroe e una grande folla celebra il suo graffiante ritorno fra i primi della classe.

All'Olimpiade si piange molto. Si piange di gioia, di rabbia, di tristezza, di felicità. Scatta dentro i protagonisti qualcosa di speciale, una specie di saudade olimpica, una specie di moltiplicazione di sentimenti dentro il cuore. Poi ci sono i soldi, gli affari, gli scandali dello sport, ma queste sensazioni non riesce a portarle via nessuno.

Ma per un attimo passiamo dal piangere al sorridere. Volete sapere che cos'è capitato a Del Potro prima di giocare contro Djokovic? È' rimasto intrappolato per 40 minuti dentro l'ascensore dello stadio. Evidentemente deve avere avuto il tempo di memorizzare le cose da mettere in pratica qualche minuto dopo.